Da quale cibo sei attratto?
Negli ultimi tempi siamo quasi ossessionati da notizie provenienti da ambienti spirituali e non, riguardanti movimenti strani, sette religiose nuove, atteggiamenti spiritualoidi, complottismi spirituali, presunti legami fra “x” e “y” dai quali si evincerebbe la “qualità spirituale” di qualcuno o di qualcosa…; insomma, ne abbiamo per tutti i gusti.
La domanda è questa: il principio pubblicitario “se lo conosci lo eviti” vale nelle cose di Dio?
Beh, leggendo il Nuovo Testamento apprendiamo che il cristiano è chiamato a conoscere Cristo e non ad approfondire in maniera furiosa altre cose; è molto significativo l’atteggiamento di Paolo quando dichiara
E ancora il profeta Osea
Ovvio che come cristiani siamo chiamati anche ad osservare quello che accade intorno a noi; Gesù stesso disse infatti: “Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino” (Luca 21:31)... quindi vedremo delle cose; affronteremo situazioni, saremo chiamati a capire determinate faccende per distinguerle ed identificarle alla luce della Parola di Dio; dovremo raffrontare delle situazioni e capire, con l’aiuto dello Spirito Santo, se sono o meno conformi alla Bibbia: ma è la Bibbia stessa che ci dà l'istruzione necessaria!
Non credo sia saggio concentrare una condotta cristiana spendendo in maniera esasperata (esasperata) il tempo, le sostanze, le energie che il Signore ci concede per capire come funziona “il mondo del male” e via dicendo,
È scritto “Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele;” (Efesini 5:11)… denunciatele! sicuramente… sicuramente… ma a conti fatti: quanto tempo spendiamo al giorno per cibarci della Parola di Dio e per stare in preghiera davanti al Signore? Per chiedere le forze per stare ritti e stabili in Cristo? E quanto altro invece usiamo per approfondire la conoscenza di quello che comunque sarà destinato a scomparire?
La domanda è questa: il principio pubblicitario “se lo conosci lo eviti” vale nelle cose di Dio?
Beh, leggendo il Nuovo Testamento apprendiamo che il cristiano è chiamato a conoscere Cristo e non ad approfondire in maniera furiosa altre cose; è molto significativo l’atteggiamento di Paolo quando dichiara
“mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso” (1Corinzi 2:2).
E ancora il profeta Osea
“Conosciamo il SIGNORE, sforziamoci di conoscerlo!” (Osea 6:3).
Ovvio che come cristiani siamo chiamati anche ad osservare quello che accade intorno a noi; Gesù stesso disse infatti: “Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino” (Luca 21:31)... quindi vedremo delle cose; affronteremo situazioni, saremo chiamati a capire determinate faccende per distinguerle ed identificarle alla luce della Parola di Dio; dovremo raffrontare delle situazioni e capire, con l’aiuto dello Spirito Santo, se sono o meno conformi alla Bibbia: ma è la Bibbia stessa che ci dà l'istruzione necessaria!
Non credo sia saggio concentrare una condotta cristiana spendendo in maniera esasperata (esasperata) il tempo, le sostanze, le energie che il Signore ci concede per capire come funziona “il mondo del male” e via dicendo,
“Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna”. (Giovanni 6:27)
È scritto “Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele;” (Efesini 5:11)… denunciatele! sicuramente… sicuramente… ma a conti fatti: quanto tempo spendiamo al giorno per cibarci della Parola di Dio e per stare in preghiera davanti al Signore? Per chiedere le forze per stare ritti e stabili in Cristo? E quanto altro invece usiamo per approfondire la conoscenza di quello che comunque sarà destinato a scomparire?
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